Petizione mondiale di Survival per i Boscimani del Botswana
27 ottobre 2010
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La petizione di Survival, che sollecita la compagnia turistica Wilderness Safaris ad abbandonare le terre dei Boscimani del Botswana, sta raccogliendo consensi in ogni parte del mondo.
Mentre ai Boscimani del Kalahari Centrale veniva vietato l’accesso all’acqua nella loro terra, la Wilderness Safaris costruiva il suo lussuoso lodge con bar e piscina sulla terra di questo popolo senza nemmeno cercare di ottenere il suo preventivo consenso.
“Finché ai Boscimani sarà impedito di accedere all’acqua potabile sulla propria terra, la Wilderness Safaris dovrà restarne lontana” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “Mantenendo aperto il suo complesso turistico mentre i Boscimani soffrono la sete, la Wilderness appoggia di fatto la politica del governo del Bostwana, che è quella di cacciare i Boscimani dalla terra ancestrale”.
La petizione ha già raccolto firme in più di 80 paesi nonostante sia stata lanciata solo pochi giorni fa.
“La storia guarderà al vostro comportamento come a una vergogna” ha commentato un sostenitore del Regno Unito firmando la petizione. I Boscimani e le loro famiglie sono un popolo fiero e magnifico.”
Un altro sostenitore in Tanzania ha scritto: “Non esiste giustificazione alcuna per una compagnia teoricamente orientata all’ecoturismo che costruisce un complesso turistico senza il consenso e la piena partecipazione dei proprietari originali di quella terra”.
“Sono mortificato dal vedere il governo del Botswana mettere in pericolo la vita dei suoi cittadini per un po’ di denaro” è stato invece il commento di un sostenitore americano. “Quando sapranno come è stata acquisita quella terra, i turisti non vorranno più visitarla”.
Il governo del Botswana ha sfrattato i Boscimani dalla Central Kalahari Game Reserve nel 2002. La Corte Suprema del paese ha riconosciuto l’incostituzionalità e l’illegalità di tali sfratti e ha sancito il diritto dei Boscimani di tornare a casa. Ciò nonostante, in molti non possono farlo perché il governo persevera nel negare loro l’accesso all’acqua potabile e alla caccia di sostentamento.
Survival ha lanciato anche un boicottaggio internazionale del turismo in Botswana con l’appoggio di celebrità come Gillian Anderson, Quentin Blake, Joanna Lumley, Sophie Okonedo e Mark Rylance.