Botswana: polizia paramilitare picchia un Boscimane a scopo esemplare
16 gennaio 2014
Questa pagina è stata creata nel 2014 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Un Boscimane della Central Kalahari Game Reserve (CKGR) del Botswana, noto difensore dei diritti dei Boscimani, è stato minacciato e picchiato dalla polizia paramilitare del paese (SSG).
Diversi membri della SSG e un guardaparco si sono presentati a casa di Mogolodi Moeti, nel campo di reinsediamento governativo di New Xade, e lo hanno picchiato con il calcio di una pistola. Poi hanno perquisito la dimora in cerca di carne di selvaggina, senza trovare nulla, e quindi lo hanno portato via. In giornata lo hanno riportato a casa senza alcuna imputazione.
La polizia locale sta indagando sull’accaduto.
Questi episodio è solo l’ultimo di un lungo elenco di violenze perpetrate contro i Boscimani dalla polizia e dai funzionari governativi, che hanno persino sparato contro chi cercava di portare acqua alla propria famiglia, all’interno della riserva.
Nel corso di tre ondate successive di sfratti governativi avvenuti nel 1997, 2002 e 2005, i Boscimani della CKGR sono stati deportati dalla loro terra ancestrale e scaricati in campi di reinsediamento governativi in seguito soprannominati “luoghi di morte”.
Nonostante una sentenza della Corte Suprema del 2006 abbia confermato il loro diritto a tornare a casa e ottenere permessi di caccia, la maggior parte dei Boscimani si è vista negare la possibilità di stabilirsi nella riserva e le autorità non hanno rilasciato loro nessuna licenza di caccia.
Un recente reportage della BBC ha raccontato della diffusione di alcolismo e AIDS negli squallidi campi in cui i Boscimani vivono da oltre dieci anni.
Gli aggressori hanno detto a Moeti che il suo esempio sarebbe servito per dissuadere altri dal tentare di tornare nella terra ancestrale.
“Ecco perché abbiamo vietato l’ingresso al vostro avvocato (il legale britannico dei Boscimani Gordon Bennett)” ha detto a Moeti un SSG, “così possiamo farvi quello che vogliamo.”
Survival chiede il boicottaggio internazionale del turismo in Botswana per protestare contro il trattamento che il governo del paese riserva ai Boscimani.