Restituzione dei campioni di sangue agli Yanomami. Continuano le indagini sulle morti sospette
20 maggio 2010
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Cinque centri di ricerca nord-americani stanno per restituire migliaia di campioni di sangue alla tribù degli Yanomami.
I centri di ricerca conservano il sangue congelato degli Yanomami da decenni e hanno accettato di restituire i campioni agli Indiani, come sollecitato anche dal governo brasiliano.
Su questa vicenda era in corso da oltre quarant’anni un feroce dibattito internazionale tra genetisti, antropologi e Indiani Yanomami.
Davi Kopenawa, sciamano e portavoce degli Yanomami ha dichiarato: “Sono molto felice che i Bianchi abbiano finalmente capito l’importanza che riveste per noi la restituzione del nostro sangue”.
I campioni di sangue erano stati raccolti nel 1967 da alcuni scienziati nord-americani per ricerche biomediche senza però il consenso informato delle migliaia di Indiani interessati.
Da allora, i leader yanomami non hanno smesso di sollecitare la restituzione delle provette perché nella loro cultura la conservazione del sangue di una persona deceduta è inconcepibile.
Quando un Indiano Yanomami muore, il suo corpo viene cremato e della persona defunta non viene conservato nessun oggetto e nessun resto. È così che gli Yanomami si allontanano dal mondo e separano il regno dei vivi da quello dei morti.
Davi Kopenawa ha dichiarato che gli scienziati non avevano specificato come sarebbe stato utilizzato il sangue al momento del prelievo dei campioni: “Nessuno avrebbe immaginato che il nostro sangue sarebbe stato conservato nei congelatori… La scienza non è un dio che sa cosa è il meglio per ognuno di noi… Siamo noi, gli Yanomami, che dobbiamo decidere se una ricerca è un bene o un male per la nostra gente”.
Una volta ritornato in Amazzonia, il sangue verrà versato nel fiume: “Restituiremo il sangue dei nostri antenati alle acque” ha spiegato Davi Kopenawa… “perché Omame, il nostro creatore, ha trovato sua moglie, nostra madre, nel fiume”.
La data della restituzione dei campioni è ancora imprecisata.
Nel frattempo le autorità venezuelane proseguono l’indagine sui decessi avvenuti tra gli Indiani Yanomami, probabilmente per mano dei cercatori d’oro illegali.
Tre bambini sono morti di emorragia dopo aver ingerito cibi preparati usando l’acqua del fiume. Poco dopo due donne sono morte di parto insieme ai loro neonati.
Il leader di una comunità è morto in seguito a una iniezione praticata da un cercatore d’oro e suo figlio è scomparso dopo essere andato a cercare i cercatori d’oro a seguito della morte del padre.
All’inizio del mese, l’esercito brasiliano ha arrestato undici individui sospettati di attività minerarie illegali sul territorio Yanomami vicino alla frontiera tra il Brasile e il Venezuela, dove migliaia di cercatori d’oro lavorano illegalmente.
Survival International ha protestato presso le autorità venezuelane e brasiliane, sollecitandole a espellere con urgenza i cercatori d’oro illegali dal territorio indiano.