Survival chiede a Salini di ritrattare le accuse mosse contro l’associazione
28 aprile 2010
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Nuova bufera per Salini Costruttori dopo l’ondata di critiche sollevatesi il mese scorso in tutto il mondo contro Gibe 3, la più alta diga dell’Africa che la controversa società italiana sta costruendo sul fiume Omo, in Etiopia. Salini ha mosso infatti pesanti accuse contro l’organizzazione per i diritti dei popoli indigeni Survival International senza però fornire prove delle sue dichiarazioni.
Secondo Salini, Survival avrebbe dichiarato che il bacino della diga ha una dimensione di ben 15 volte superiore al reale: “L’invaso prodotto dalla diga ha un volume di circa 14 miliardi di metri cubi e non 216 miliardi di metri cubi, come erroneamente calcolato e allarmisticamente annunciato” recita il comunicato di Salini del 30 marzo scorso. Ma Survival non ha mai dichiarato nulla di simile. Abbiamo scritto a Salini chiedendole di dimostrare l’accusa, oppure di ritrattarla. Ma non abbiamo ricevuto risposta.
La diga è destinata a distruggere i mezzi di sussistenza di 200.000 indigeni che, per vivere, dipendono dal fiume e da cicli naturali delle sue esondazioni.
Nel comunicato stampa, Salini afferma che Gibe 3 porterà benefici ai popoli tribali della valle dell’Omo. Ma una coalizione di esperti, diverse organizzazioni internazionali e numerosi antropologi sono d’opinione opposta.
I lavori di costruzione della diga sono iniziati nel dicembre 2006, senza prioritaria consultazione delle comunità coinvolte. Molti dei popoli indigeni sono tuttora ignari di quel che potrebbe accadere al fiume e alle sue piene. Il governo etiope ha infatti reso le consultazioni virtualmente impossibili e ha sciolto 41 associazioni comunitarie locali.
Oltre a produrre energia elettrica destinata all’esportazione, la diga Gibe 3 permetterà l’irrigazione di vaste distese di terra. Il Governo etiope ha già cominciato ad affittare migliaia di ettari di terreno a governi e società agricole straniere condannando i popoli tribali della valle a perdere terre di pascolo vitali per la loro sopravvivenza.
“Le tribù della bassa valle dell’Omo stanno per essere totalmente devastate dalla diga” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival. “Eppure, non sono state nemmeno consultate. Come può Salini sostenere che un progetto che viola i fondamentali diritti umani di popoli vulnerabili sia qualcosa di diverso da un’idea profondamente scellerata?”
Scarica una sintetica replica di Survival alle accuse mosse contro di lei da Salini Costruttori.