Etiopia: inaugura oggi la catastrofica diga Gibe III
17 dicembre 2016
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Inaugura oggi una delle più controverse dighe della storia. La diga Gibe III ha infatti messo fine alle esondazioni naturali del fiume Omo in Etiopia, da cui dipendono direttamente 100.000 indigeni e altri 100.000 indirettamente.
Secondo gli esperti la diga potrebbe anche segnare la fine del lago Turkana in Kenya – il più grande lago in luogo desertico del mondo – con catastrofiche conseguenze per i 300.000 indigeni che vivono lungo le sue rive.
La diga è stata costruita dal gigante italiano Salini Impregilo, contro cui Survival ha presentato un’istanza formale al Punto di Contatto Nazionale dell’OCSE, tutt’ora in corso di valutazione. Nel frattempo hanno preso il via i progetti per la costruzione delle dighe Gibe IV e Gibe V, più a valle.
Il governo etiope e la Salini avevano affermato che le esondazioni artificiali avrebbero sostituito quelle naturali, ma nei due anni passati le autorità non hanno rilasciato acqua sufficiente a sostenere i mezzi di sostentamento degli indigeni.
Oggi, molti dipendono dagli aiuti alimentari, che non vengono distribuiti regolarmente o in quantità sufficienti. “Il fiume non provvede più a noi” ha detto in novembre un testimone a un membro del consiglio di International Rivers. “Il mio popolo deve affrontare gravi problemi. Gli aiuti non sono sufficienti per vivere.”
“Il fiume continua a scendere. Ci sono ancora i coccodrilli, ma anche loro hanno problemi. I pesci faticano a depositare le loro uova. Ogni anno c’è sempre meno pesce.”
La regione, già preziosa in quanto culla dell’evoluzione umana, è anche un’area di eccezionale biodiversità che conta due siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e cinque parchi nazionali. In marzo, il capo dell’Agenzia keniota per la Conservazione ha dichiarato che la diga sta provocando ‘uno dei peggiori disastri ambientali che si possano immaginare.’
“Cos’è che viene davvero inaugurato oggi? Fame, insicurezza e la distruzione ambientale crescenti” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival. “Per anni gli esperti hanno sollecitato il governo e la Salini a essere prudenti – ma loro non hanno ascoltato. Magari cercheranno di descrivere la carestia che ne deriverà come un disastro naturale, ma questa miseria è opera loro.”