Sotto accusa gli aiuti della Comunità Europea
19 settembre 2002
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"Adesso ci perseguitano giorno e notte, e la vita qui, a New Xade, è diventata insopportabile"
Testimonianza resa da un boscimane deportato nei campi di reinsediamento
Imbarazzo presso l'Unione Europea. Una delegazione di parlamentari britannici chiede la sospensione dei fondi al Botswana "fino a che non sarà stata fatta luce sul loro utilizzo".
Il mese scorso, una delegazione britannica di parlamentari europei si è recata in Botswana. Dopo aver visitato gli squallidi campi di reinsediamento in cui sono stati trasferiti a forza i Boscimani, i PE hanno incontrato alcuni rappresentanti del governo, protestando fermamente per le condizioni di vita in cui i Boscimani sono costretti a vivere. I parlamentari che hanno avuto la possibilità di parlare con i Boscimani, hanno raccolto prove inconfutabili della falsità delle affermazioni del governo, che sostiene la volontarietà dei trasferimenti.
Solo il mese scorso, il ministro Margaret Nasha, governatore della regione del Kalahari Centrale, si era recata nei campi ed aveva sostenuto che i Boscimani che lo volessero sarebbero stati liberi di tornare nella loro terra natale, anche se non avrebbero ricevuto aiuti dal governo. Molti hanno immediatamente tentato di far ritorno a casa ma sono stati fermati da posti di blocco della polizia, che non hanno permesso loro di proseguire ed hanno confiscato i loro veicoli. É questa un'altra prova dell'atteggiamento del governo, che nel tentativo di difendere la propria immagine internazionale rilascia dichiarazioni che affermano la volontarietà delle deportazioni e la libertà dei Boscimani, mentre poi, nei fatti, impedisce loro di restare nelle terre ancestrali e scegliere il proprio stile di vita.
Al suo rientro dal Botswana, l'inglese Richard Howitt, che faceva parte della delegazione, ha subito presentato un'interrogazione al Parlamento Europeo chiedendo la sospensione dei fondi stanziati dall'UE a beneficio dello stato africano fino a che non sarà stata fatta luce sul loro utilizzo. Howitt ha chiesto alla Commissione di monitorare la situazione e di assicurarsi che il Botswana non stia usando i fondi per finanziare la sedentarizzazione forzata, perché in quel caso l'UE si renderebbe complice di "abuso dei diritti umani dei Boscimani".
Mr Howitt ha fornito al Parlamento prove evidenti della deportazione forzata e delle violenze subite dalle comunità tribali e ha dichiarato che: "I fondi dell'UE dovrebbero essere usati per assicurare che i Boscimani possano restare nel deserto, se è ciò che loro vogliono, secondo il loro stile di vita e il loro patrimonio di cultura e tradizioni. Qualsiasi sviluppo' deve aver luogo sulla loro terra."
A questo punto, l'UE, fatta luce sulle drammatiche condizioni in cui versa il più antico popolo dell'Africa meridionale, dovrebbe far pressione sul governo del Botswana affinché fermi le deportazioni, permetta il ritorno nella CKGR e cerchi la via per uno "sviluppo" alternativo che permetta ai Boscimani di scegliere come e dove vivere.
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