Inquinato il processo di consultazione sulla miniera

22 gennaio 2008

Questa pagina è stata creata nel 2008 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

I rappresentanti della società di consulenza Marsh Environmental Services avviano oggi un programma di consultazioni all’interno e nei pressi della Riserva del Kalahari Centrale (CKGR), in Botswana. L’iniziativa è parte di un progetto che prevede l’apertura di una miniera di diamanti da 2.2 miliardi di dollari all’interno della CKGR.

Più di 600 Boscimani sono stati sfrattati dalla Riserva nel 2002, con un’operazione che il tribunale ha definito un atto illegale e incostituzionale. Altre centinaia di Boscimani erano già stati sfrattati nel 1997, sempre per mano del governo del Botswana. Benché un piccolo numero di Boscimani sia riuscito a ritornare a casa, la maggior parte di loro langue in campi di reinsediamento governativi allestiti all’esterno della CKGR. Ed è proprio in questi campi che i Boscimani saranno “consultati” circa i progetti minerari.

La miniera dovrebbe essere realizzata nei pressi dell’insediamento boscimane di Gope, all’interno della CKGR. Se il progetto dovesse essere concretizzato, le terre e le vite dei Boscimani ne verrebbero irreversibilmente cambiate. Survival International non crede che i Boscimani siano nella condizione di dare il loro libero, prioritario e informato consenso alla costruzione della miniera all’interno della loro terra natale, una terra alla quale non riescono nemmeno ad accedere liberamente per gli impedimenti posti dal governo.

Nel dicembre 2006, i Boscimani hanno conquistato il diritto di ritornare alle proprie case ma il governo del Botswana continua, di fatto, ha impedire il loro rientro in vari modi, proibendo loro di cacciare per esempio, o di riaprire il vecchio pozzo per l’acqua. La maggior parte dei Boscimani non può nemmeno entrare nella riserva senza aver prima chiesto e ottenuto un permesso speciale.

Il direttore di Survival Stephen Corry ha dichiarato oggi: “Secondo un principio ben definito dalla legge internazionale, nelle terre indigene non deve essere realizzato nessun progetto di sviluppo senza il libero e informato consenso delle comunità indigene coinvolte. Ma come possono i Boscimani dare i loro consenso liberamente, dato che la maggior pare di loro non può nemmeno vivere nella CKGR e quelli che si sono organizzati per tornare non possono procurarsi né acqua né cibo?”.

A queste dichiarazioni fa eco l’organizzazione boscimane First People of Kalahari (FPK). Oltre a chiedere che le consultazioni avvengano dopo il rientro dei Boscimani alle loro case, la FPK preme perché venga messo a disposizione dei Boscimani un esperto minerario indipendente che li informi in modo imparziale sull’impatto che la miniera potrebbe avere.

Per ulteriori informazioni:
Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
Oppure Miriam Ross:  Tel  0044 207 6878734
E-mail: [email protected]
 

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