BACKGROUND
Calendario "We, the people" 2025
Ogni immagine del Calendario "We, The People" di Survival è accompagnata da una didascalia che aiuta a contestualizzare ogni scatto e a valorizzare la cultura, la resilienza, le battaglie e le rivendicazioni dei popoli ritratti. Leggi qui le traduzioni in italiano dell'edizione 2025.
Pagina introduttiva
Pittura corporale del popolo Kuikuro, Territorio indigeno Xingu, Brasile, 2021. Pittura corporale per un Kuarup – una celebrazione in onore dei defunti – nella comunità Afukuri, nell’Alto Xingu.
© Ricardo Teles / ricardoteles.com.br
Gennaio
Campo nenets, Russia, 2020. Una bambina Nenets si affaccia alla porta del suo chum, un tipi di pelli di renna montate su grossi pali. I Nenets utilizzano ogni parte della renna: dai tendini ricavano i lazo, mente con le ossa costruiscono alcuni attrezzi e parti delle slitte. “La renna è la nostra casa, il nostro cibo, il nostro calore e il nostro mezzo di trasporto”, dicono.
© Yuliya Vassilyeva / yuliyavassilyeva.it
Febbraio
Inuit, Groenlandia, 2007. I bambini Inuit della Casa dei bambini di Uummannaq e i loro ospiti vanno una gita sull'altro lato dell'isola di Uummannaq in una soleggiata giornata di aprile. I cacciatori Inuit guidano le slitte e insegnano ai bambini a pescare e cacciare. Le slitte trainate dai cani sono il mezzo di trasporto più comodo in inverno, ma i cambiamenti climatici stanno rendendo lo strato di mare ghiacciato sempre più sottile e viaggiare è sempre più pericoloso.
© Tiina Itkonen / @tiinaitkonen
Marzo
Vie dei canti aborigene, Australia, 2022. Opera d'arte dell'artista aborigeno Lowell Hunter. Vi sono raffigurate le Vie dei canti lungo la costa (Sea Country), che collegano tra loro i popoli delle acque salate (Saltwater people). I grandi cerchi indicano i clan e i gruppi, che sono connessi tra loro; le “U” rappresentano le persone che vivono in queste aree e i loro figli, che hanno il compito di prendersi cura delle Vie dei canti.
© Lowell Hunter / @salty_one_here
Aprile
Uomo Tau't Batu, Filippine, 2012. Tumihay imita il canto degli uccelli aiutandosi con la mano mentre caccia nella foresta. I Tau't Batu sono un sottogruppo del più grande popolo dei Palawan. Praticano la coltura a rotazione e coltivano manioca, canna da zucchero, aglio, patata dolce e molti altri ortaggi. Inoltre, cacciano tutto l'anno con le cerbottane e catturano rondini e pipistrelli nelle grotte.
© Jacob Maentz / homelands.ph
Maggio
Ragazza Kamayurá, Brasile, 2021. Una ragazza Kamayurá abbraccia la sua scimmietta ragno mentre osserva un incendio che sta bruciando la foresta all’orizzonte. I numerosi popoli indigeni che vivono nel Territorio indigeno dello Xingu dipendono dalle centinaia di fiumi e laghi dell’area, dove si procurano pesci, tartarughe e piante d'acqua dolce. Ma, fin dalla sua costruzione avvenuta nel 2010, l'enorme diga di Belo Monte ha portato deforestazione, inquinamento e siccità. © Ricardo Teles / ricardoteles.com.br
Giugno
Famiglie Awá, Brasile, 2017. Cinque famiglie si addentrano nella foresta per cacciare. Alcuni Awá sono incontattati. I popoli incontattati sono i più autosufficienti al mondo, e quelli con l’impronta ecologica minore; sono in grado di ricavare tutto ciò di cui hanno bisogno dalla loro foresta, compresi cibo, case, vestiti e medicine. Non sono reliquie primitive di un passato remoto: vivono nel presente e sono una parte vitale della diversità umana. © Charlie Hamilton James / charliehamiltonjames.com
Luglio
Ragazza tibetana, Tibet, 2007. Raccolta del grano ad alta quota. Orzo, patate e grano sono una parte fondamentale della dieta della maggior parte dei tibetani, così come gli yak che allevano ad altitudini comprese tra i 4.200 e i 4.800 metri. Il futuro del popolo tibetano è minacciato dalle scuole residenziali, che sono obbligatorie per i bambini a partire dai tre anni di età. Survival crede che il controllo dell'istruzione indigena debba essere nelle mani degli indigeni stessi. © Camille Seaman / @camilleseaman
Agosto
Uomo Masai, Kenya, 2024. Loisiriri indossa il suo coloratissimo shuka. Come altri popoli pastorali del Kenya e della Tanzania – come i Samburu, i Borana e i Rendille – i Masai hanno pascolato il loro bestiame in modo sostenibile per generazioni. Ma oggi le loro terre gli vengono sottratte per progetti di conservazione e programmi di compensazione delle emissioni di carbonio che violano i loro diritti umani senza nemmeno contribuire a combattere i cambiamenti climatici. © Nicola Ducati / @nicola.ducati
Settembre
Donna Aka Mbendjele, Repubblica del Congo, 2021. Una donna raccoglie bruchi commestibili nella sua foresta. I cacciatori-raccoglitori indigeni come gli Aka hanno abitato, protetto e plasmato la foresta pluviale del bacino del Congo per generazioni, ma oggi subiscono violazioni dei diritti umani nel nome della conservazione mentre il loro stile di vita sostenibile viene criminalizzato. Aiutaci a decolonizzare la conservazione! © Marco Simoncelli / @marco_sic7photo
Ottobre
Kuni, una bambina nukak, Colombia, 2012. I Nukak, un popolo di cacciatori-raccoglitori, sono entrati regolarmente in contatto con gli esterni alla fine degli anni Ottanta. La loro foresta è stata invasa da coltivatori di coca, allevatori di bestiame, coloni e gruppi armati, che hanno costretto centinaia di Nukak a fuggire nelle periferie delle città vicine dove molti muoiono di malnutrizione, di nuove malattie e sfruttamento sessuale. Ma oggi alcune famiglie stanno finalmente tornando a casa. © Juan Pablo Gutierrez / @juan_pablo_gutierrez_official
Novembre
Donna Gond, Chhattisgarh, India, 2021. Una donna adivasi (indigena) si riscalda le mani prima di fare un tatuaggio a una ragazza. I popoli Adivasi della foresta di Hasdeo stanno protestando contro le miniere di carbone che minacciano la loro foresta sacra. Altrove in India, altri Adivasi, come i Jenu Kuruba, stanno resistendo allo sfratto dopo che le loro terre sono state trasformate in riserve delle tigri – una forma moderna di conservazione coloniale. © Vijay Ramamurthy
Dicembre
Ragazzo Dukha, Mongolia, 2023. Un ragazzo del popolo Dukha cavalca una renna in una mattina gelida, nella vasta taiga innevata. In Mongolia, cervi e renne sono stati associati al volo per millenni, da molto prima che si diffondesse la leggenda occidentale di Babbo Natale e della sua slitta. © Zay Yar Lin / zayyarlin.photoshelter.com
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