Votazione storica a favore dei popoli indigeni - opposizione del Canada

7 agosto 2006

Questa pagina è stata creata nel 2006 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Nel giorno dedicato dalle Nazioni Unite ai popoli indigeni del mondo (9 agosto), Survival applaude l'approvazione della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni da parte della Commissione ONU per i diritti umani. Canada e Russia sono gli unici paesi membri della commissione ad essersi espressi contro.

Ad aver votato a favore della dichiarazione sono stati molti paesi africani, incluso il Sud Africa, ponendo fine alla tradizionale riluttanza dei governi africani a riconoscere i diritti dei popoli indigeni.

A causa del trattamento riservato al popolo Innu di Labrador e Quebec, il Canada – che si è rifiutato di approvare la dichiarazione – è da tempo divenuto obiettivo di una importante campagna di Survival. Negli ultimi quarant'anni, gli Innu sono stati allontanati dalle loro terre e costretti a vivere in villaggi stanziali. Le nuove comunità  sono flagellate da altissimi livelli di alcolismo e violenza. I bambini sniffano benzina e il tasso dei suicidi è tra i più alti del mondo, soprattutto fra i giovani.

Stephen Corry, direttore generale di Survival, ha dichiarato oggi: "La Dichiarazione ONU dei Diritti dei Popoli Indigeni è in grande ritardo ma oggi è incoraggiante costatare come tanti ex paesi colonialisti, Sud Africa incluso, abbiano finalmente sostenuto questo passo progressista. Ciò che rammarica è il voto del Canada, che ha deciso di affiancarsi alla Russia nel bocciare la bozza della dichiarazione. Il trattamento che il Canada riserva a molti dei suoi popoli indigeni è già  veramente meschino ma questa sua presa di posizione davanti alle Nazioni Unite li farà  sentire ancor più discriminati".

I testo della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni era stato discusso per la prima volta oltre venti anni fa. Ora, la Bozza della Dichiarazione sarà sottoposta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i cui paesi membri saranno chiamati a votarla entro la fine dell'anno. La Commissione raccomanda la sua approvazione.

Se approvata, la dichiarazione diventerà un punto di riferimento (non legalmente vincolate) su cui potranno essere giudicate le azioni intraprese verso i popoli tribali.

La dichiarazione riconosce il diritto dei popoli indigeni alla loro terra e a decidere liberamente del proprio stile di vita. Afferma inoltre, per esempio, che i popoli tribali non debbano essere spostati dai loro territori senza il loro consenso libero e pienamente informato.

Da quando la sua Bozza era stata adottata nel 1994 (dalla Sottocommissione ONU sulla Prevenzione della Discriminazione e per la Protezione delle Minoranze), la Dichiarazione era rimasta bloccata negli uffici di un apposito gruppo di lavoro istituito dalla Commissione Diritti umani dell'ONU per la sua revisione. La discussione è a lungo rimasta ferma in particolare sull'articolo 3, che unisce al concetto di popolo il diritto all'autodeterminazione, previsto dalle norme internazionali. Alla bozza adottata nel 1994 i rappresentanti indigeni erano giunti dopo oltre 10 anni di lavoro e mediazione con il Gruppo di lavoro sulle popolazioni indigene delle Nazioni Unite.

 Per ulteriori informazioni:
 Francesca Casella – 02 8900671 – [email protected]
 Oppure Miriam Ross – 0044 207 6878734 – [email protected]

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