la Commissione Diritti Umani dell'ONU approva il testo della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni
30 giugno 2006
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A Ginevra, la Commissione Diritti Umani dell'ONU ha approvato il testo della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni discusso per la prima volta oltre venti anni fa. La votazione storica è stata accolta con un'ovazione da tutti gli astanti.
La Bozza della Dichiarazione sarà sottoposta ora all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i cui paesi membri saranno chiamati a votarla entro la fine dell'anno. La Commissione ha raccomandato la sua approvazione.
Se approvata, la dichiarazione costituirà un punto di riferimento (non legalmente vincolate) su cui potranno essere giudicate le azioni intraprese verso i popoli tribali.
La dichiarazione riconosce il diritto dei popoli indigeni alla loro terra e a decidere liberamente del proprio stile di vita. Afferma inoltre, per esempio, che i popoli tribali non debbano essere spostati dai loro territori senza il loro consenso libero e pienamente informato.
Dopo il voto, il rappresentante del Regno Unito ha ribadito che la Gran Bretagna non riconosce il principio dei diritti collettivi nella legge internazionale: una posizione criticata da Survival e divenuta oggetto di una importante campagna lanciata dall'associazione in collaborazione con i popoli indigeni.
"Finalmente le Nazioni Unite si muovono nella direzione del pieno riconoscimento dei popoli indigeni del mondo, molti dei quali continuano a soffrire furti, violazioni e minacce di estinzione. Non resta che attendere di vedere quali governi vorranno attivarsi per aiutarli. Naturalmente sgomenta costatare che la prima risposta del Regno Unito sia stata quella di negare l'esistenza dei diritti collettivi". Stephen Corry, direttore generale di Survival.
Da quando la sua Bozza era stata adottata nel 1994 (dalla Sottocommissione ONU sulla Prevenzione della Discriminazione e per la Protezione delle Minoranze), la Dichiarazione era rimasta bloccata negli uffici di un apposito gruppo di lavoro istituito dalla Commissione Diritti umani dell'ONU per la sua revisione. La discussione è a lungo rimasta ferma in particolare sull'articolo 3, che unisce al concetto di popolo il diritto all'autodeterminazione, previsto dalle norme internazionali. Alla bozza adottata nel 1994 i rappresentanti indigeni erano giunti dopo oltre 10 anni di lavoro e mediazione con il Gruppo di lavoro sulle popolazioni indigene delle Nazioni Unite.
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