Indiani incontattati in fuga di fronte all'invasione dei taglialegna
24 febbraio 2006
Questa pagina è stata creata nel 2006 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
I taglialegna che operano illegalmente nel Parco Nazionale Purús, in Perù, stanno spingendo un grande numero di Indiani incontattati a fuggire dal loro territorio tradizionale. Gli Indiani nomadi Piro sono stati costretti ad attraversare il confine con il Brasile e presto entreranno in competizione con altri Indiani isolati, di cui stanno occupando i territori.
I funzionari del FUNAI, il dipartimento brasiliano agli affari indigeni, hanno rilevato nell'area segni di operazioni di disboscamento condotti su vasta scala, tra cui tavole di legno contrassegnate da compagnie peruviane e barili di petrolio galleggianti lungo il fiume Envira.
Il mogano tagliato illegalmente all'interno
del Parco Nazionale Purús scende lungo
il fiume Envira diretto in Brasile.
C'è grande preoccupazione per i Piro, che si teme possano contrarre malattie verso cui non hanno difese immunitarie a causa del loro isolamento. Potrebbero verosimilmente anche invadere le terre delle tribù brasiliane, con il rischio di scatenare seri conflitti.
Negli ultimi quattro anni, i funzionari del Funai hanno rilevato tracce crescenti della presenza di Indiani incontattati Piro nello stato di Acre, al confine con il Perù. Nel 1998, il campo del Funai che si trova sul fiume Envira, vicino al confine, fu accerchiato per molti giorni dai Piro e nel 2000 gli Indiani approfittarono dell'assenza dei funzionari per entrare nel campo e portare via cibo, attrezzi da cucina e altri utensili. I Piro vogliono chiaramente essere lasciati soli – diversi anni fa, uno di loro scagliò una freccia contro José Carlos Meirelles, capo della postazione del Funai sull'Alto Envira.
Il Funai ha contato sessanta rifugi Piro (detti tapiris), e ha trovato disseminati nell'area teste di pecari e gusci di tartaruga in abbondanza. Da questi segni, deduce che la loro popolazione possa raggiungere i 300 individui. Si ritiene che siano nomadi perché non sono mai state avvistate grandi maloche [case comuni], e perché dalle posizioni in cui sono sistemati i rifugi si deduce chiaramente che, per soddisfare le loro esigenze di caccia, gli Indiani si devono muovere all'interno di un'area molto ampia.
Nonostante svariate aree del sud-est del Perù siano state protette come Parchi Nazionali o Riserve Territoriali a beneficio dei molti gruppi di Indiani isolati che vi vivono, questi territori non sono tutelati in modo adeguato e vengono invasi senza sosta da compagnie del legname che operano illegalmente.
José Meirelles, che è attualmente a capo dell'unità del Funai per gli Indiani incontattati ed ha vissuto nell'area per 18 anni, mette in guardia sul fatto che "le operazioni di disboscamento in Perù non sono su piccola scala" e teme che presto possa scoppiare il conflitto: "Non appena i Piro cominceranno a spostarsi nelle terre dei popoli indigeni del Brasile, scoppierà una disputa territoriale e ci sarà una guerra. Finiranno per uccidersi l'un l'altro. Solo gli avvoltoi troveranno i corpi". Secondo Meirelles, ciò che un tempo era "un santuario immacolato e un rifugio sicuro per popoli incontattati" viene ora distrutto a velocità allarmante.
I tre gruppi di Indiani incontattati che vivono al di là della frontiera brasiliana non sono nomadi, vivono in grandi maloche e coltivano orti nelle regioni fertili. Nonostante le loro aree siano state riconosciute, anch'essi hanno sofferto l'invasione dei colonizzatori. Nel giugno 2000, alcuni coloni avevano sparato a un gruppo di indiani incontattati lungo il fiume Alto Tarauaca uccidendone uno.