Tribù sopravvissute allo tsunami rischiano l'estinzione

22 dicembre 2005

Questa pagina è stata creata nel 2005 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

Le tribù isolate delle Isole Andamane, famose per aver scagliato frecce contro l'elicottero che sorvolava l'area dopo lo tsunami del 26 dicembre scorso, rischiano di venir cancellate per sempre dai coloni che hanno invaso la loro terra.

Le tribù sono sopravvissute indenni allo tsunami nonostante il forte impatto che esso ha avuto sulle loro isole. Stando al racconto di alcuni membri di una delle tribù, la popolazione si era messa al riparo sulle alture quando aveva visto il livello del mare ritirarsi.

La tribù dei Sentinelese, fotografata mentre prendeva a frecciate l'elicottero, resiste ad ogni contatto con gli estranei che si avvicinano alla loro minuscola isola. Ma la foresta dei 270 Jarawa è stata completamente circondata dai coloni provenienti dal continente indiano con conseguenze tragiche. Gli invasori, infatti, rubano gli animali da cui la tribù dipende, abusano sessualmente delle donne e distribuiscono alcolici e tabacco nei villaggi.

Poco dopo lo tsunami, un uomo Jarawa ha dichiarato a un giornalista: "Il mio mondo è nella foresta: Il vostro è fuori: A noi non piacciono le persone che vengono da fuori".

Gli attivisti indiani e Survival International temono che, se la loro terra non verrà subito protetta, gli Jarawa potrebbero rapidamente venir sterminati. L'amministrazione delle isole sta ignorando l'ordine emesso dalla Corte Suprema dell'India, che ha imposto la chiusura della strada che attraversa la terra indigena, e la polizia non ha compito nessuno sforzo per porre fine agli abusi.

Il direttore generale di Survival, Stephen Corry, ha dichiarato: "È una tragica ironia che questo popolo unico, che ha una conoscenza tanto sofisticata del proprio ambiente da riuscire a sopravvivere nelle isole per oltre 60.000 anni, sia minacciato oggi dai suoi simili. Il governo indiano deve proteggere il loro territorio prima che sia troppo tardi".

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NOTE PER GLI EDITORI

Oltre agli Jarawa e ai Sentinelese, nelle Isole Andamane vivono anche gli Onge e i Grandi Andamanesi. Tutte e quattro le tribù sono cacciatori-raccoglitori di origine 'Negrito', e si pensa siano giunti nelle isole dall'Africa, forse 60.000 anni fa.

Prima dello tsunami, gli Onge vivevano nell'isola di Piccola Andamane, in due insediamenti governativi dove erano stati sedentarizzati dalla autorità 100 anni fa al prezzo di un drammatico calo demografico (85%). Oggi, i villaggi costieri, distrutti dal maremoto, sono stati ricostruiti con la loro partecipazione e sono molto più adeguati al loro stile di vita di quelli precedenti, forniti dal governo.

I Grandi Andamanesi, il cui numero era precipitato a sole 40 persone a causa del contatto con i colonizzatori, vennero evacuati dall'Isola di Strait dopo lo tsunami, a cui erano sopravvissuti senza perdite; oggi vi hanno fatto ritorno.

Le vicine isole Nicobare, anch'esse rovinosamente colpite dal maremoto, sono abitate da due tribù di origine 'Mongoloide', gli Shompen e i Nicobaresi.

Gli Shompen, che sono relativamente isolati, vivono nell'isola di Grande Nicobar e, stando all'ultimo censimento, la sua popolazione conta 398 membri. Durante lo tsunami, sono morti nove Shompen. Gli Shompen sono cacciatori-raccoglitori e vivono principalmente nelle foreste dell'interno dell'isola.

Stando ai dati ufficiali, le persone che hanno perso la vita nelle Isole Andamane e Nicobare sono 3.513. I numeri reali sono però probabilmente molto più alti e molti morti appartenevano alla tribù dei Nicobaresi. A differenza delle altre tribù, i Nicobaresi sono piccoli agricoltori. Vivono principalmente lungo le coste. Molti sono converti al Cristianesimo e sono molto più assimilati rispetto alle altre tribù delle isole, anche se mantengono una loro distinta cultura.

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