Funzionari di alto rango accusati di genocidio

14 dicembre 2005

Questa pagina è stata creata nel 2005 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.

In Brasile è in corso la prima indagine mai compiuta nel paese sul genocidio di una tribù indigena. Tra le persone accusate ci sono anche un ex-governatore di stato e un ex capo di polizia.

A seguito di quella che è stata definita l'"Operazione Rio Pardo", sono state sino ad oggi incarcerate ventinove persone, accusate di crimini contro gli Indiani Rio Pardo. Nell'ultima decade, la terra della tribù, che è tutt'ora incontattata, è stata invasa da accaparratori di terra e da compagnie per il taglio e il trasporto del legname.

Le prime immagini della tribù sono state trasmesse in novembre, da una TV brasiliana. Al di là dei suoi stessi membri, nessuno sa chi siano questi Indiani o che lingua parlino.

Il Dipartimento per gli Affari Indiani del governo, il FUNAI, ha trovato nell'area baracche dotate di strumenti per la misurazione del territorio, bombe e munizioni utilizzate per intimidire gli Indiani. Gli invasori ammettono di aver trovato nell'area una trentina di rifugi abbandonati frettolosamente dagli Indiani.

L'ex-governatore dello stato del Mato Grosso, Wilmar Peres de Farias, e l'ex-comandante Roberto de Almeida Gil, dei vertici della polizia, sono due tra le più importanti figure pubbliche implicate nel caso.

Parlando dalla città di Cujabá, il pubblico ministero Mario Lucio Avelar ha dichiarato a Survival di credere che ci siano ragioni sufficienti per perseguirli per genocidio. Secondo l'ONU, il crimine per genocidio si ha quando a un gruppo "vengono deliberatamente inflitte condizioni di vita pensate per determinarne la totale o parziale distruzione fisica."

Oggi, il direttore generale di Survival Stephen Corry ha dichiarato: "In Brasile sono già scomparse per sempre molte tribù ed è scioccante costatare che oggi, nel ventunesimo secolo, quelle sopravvissute debbano ancora affrontare il pericolo del genocidio. Il Brasile deve intervenire immediatamente per riconoscere e proteggere la terra degli Indiani Rio Pardo prima che sia troppo tardi."

Per maggiori informazioni, Francesca Casella, tel 02 8900671, [email protected]

Per leggere la nostra prima notizia sull'indagine, clicca qui.

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