Le autorità USA sospendono i finanziamenti a WWF e WCS per violazioni dei diritti umani – Duro colpo all’industria della conservazione
2 ottobre 2020
Questa pagina è stata creata nel 2020 e potrebbe contenere un linguaggio ormai obsoleto.
Il governo degli Stati Uniti ha sospeso l’erogazione di oltre 12 milioni di dollari destinati a WWF, a Wildlife Conservation Society (WCS) e ad altre ONG per la conservazione. La decisione – che infligge un durissimo colpo all’industria della conservazione – arriva dopo un’indagine bipartisan per valutare se i fondi federali destinati alla conservazione andassero a sostenere guardie anti bracconaggio implicate in violazioni dei diritti umani in Africa.
Molte di queste organizzazioni sono coinvolte nella creazione e gestione di Aree Protette in Africa e Asia (tra cui la famigerata area di Messok Dja) che hanno rovinato le vite di migliaia di indigeni e locali.
La notizia compare in un documento governativo appena trapelato che spiega anche come organizzazioni per la conservazione come il WWF abbiano mancato di comunicare al governo statunitense che i programmi finanziati erano responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in molti paesi.
Il documento trapelato – una vera e propria bomba per l’industria della conservazione a lungo invocata dai popoli indigeni e da Survival International – annuncia anche nuove e innovative regole per il finanziamento dei progetti di protezione della natura. Tra queste:
- i progetti delle organizzazioni della conservazione non riceveranno più fondi federali a meno che non abbiano il consenso libero, previo e informato dei popoli indigeni;
- per il momento, gli Stati Uniti non finanzieranno più guardaparco, forze dell’ordine o altre “attività collegate ai trasferimenti delle comunità, siano essi volontari o involontari”.
La nota del Vicesegretario degli Interni USA, Kate MacGregor, è del 18 settembre e contiene numerose rivelazioni, tra cui:
- i finanziamenti governativi statunitensi sono stati usati impropriamente da organizzazioni della conservazione per scopi proibiti dalla legge USA. Tra questi, omicidi, gravi torture, stupri di gruppo e abusi;
- il WWF e altre organizzazioni hanno nascosto alle autorità USA, da cui ricevevano i fondi, di essere a conoscenza di tali abusi;
- le organizzazioni della conservazione si sono rifiutate di collaborare con gli investigatori federali, hanno nascosto rapporti che documentavano gli abusi e, di fatto, si auto-monitoravano da sole.
L’estensione degli abusi descritti nel rapporto, che coinvolge un buon numero di organizzazioni internazionali della conservazione, dimostra la portata delle violazioni dei diritti umani nei progetti di conservazione e il misero fallimento degli organismi di finanziamento nel monitorarli.
“Il WWF e altre grandi ONG della conservazione sono consapevoli da decenni delle loro responsabilità in gravi violazioni dei diritti umani. Sono trascorsi più di 30 anni dalla prima volta che Survival glielo aveva fatto notare” ha dichiarato oggi il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry. “Negli ultimi 50 anni, ho affrontato personalmente decine di aziende e governi in merito agli abusi che commettevano nei confronti dei diritti dei popoli indigeni. Nessuno è stato mai così ambiguo come queste grandi ONG della conservazione.”
“Alla fine, queste violazioni danneggiano anche il nostro mondo. Distruggono i popoli indigeni, i migliori difensori del pianeta. Dobbiamo fermare la ‘conservazione fortezza’ e respingere l’attuale proposta dei conservazionisti di trasformare il 30% della Terra in Aree Protette.”
Note ai redattori:
- Questa notizia giunge a pochi giorni dal Vertice ONU per la biodiversità nel corso del quale diversi capi di stato hanno sostenuto la richiesta del WWF e di WCS di convertire il 30% del pianeta in ‘Aree Protette’ entro il 2030. Le rivelazioni contenute in questo rapporto trapelato dimostrano quanto pericoloso sarebbe questo progetto.
- A seguito delle nuove misure, il governo statunitense non potrà più finanziare il progetto di WCS India che sostiene i cosiddetti “trasferimenti volontari” delle comunità indigene. Una lettera scritta dai villaggi Jenu Kuruba minacciati di sfratto è stata inviata alla US Fish and Wildlife Service più di 20 volte; nella lettera, gli indigeni chiedono alle autorità statunitensi di fermare “gli aiuti e i favoreggiamenti ai piani del governo e di WCS di sfrattarci dalle nostre foreste”. Non hanno ancora ricevuto risposta.