Guardaparco finanziati dal WWF aiutano bracconieri e torturano un informatore che cercava di fermarli
18 marzo 2019

Secondo l’indagine di un alto funzionario preposto alla fauna selvatica, alcuni dipendenti della Riserva delle tigri di Rajaji, in India, hanno collaborato con i bracconieri nell’uccisione di leopardi, tigri e pangolini in via di estinzione.
Le persone coinvolte vanno dal direttore del parco a giovani guardie.
WWF-India si vanta di aver formato “tutto lo staff in prima linea del Rajaji con competenze essenziali per la protezione”, inclusa l’applicazione della legge. Ha anche fornito veicoli, uniformi e equipaggiamenti anti-bracconaggio essenziali per i guardaparco.
Secondo l’indagine, pubblicata sulla rivista indiana Down to Earth non solo i funzionari hanno aiutato a cacciare e uccidere la fauna, ma hanno anche picchiato e torturato un uomo di nome Amit – un innocente abitante locale che stava cercando di fermare il bracconaggio.
I funzionari avrebbero arrestato Amit con false accuse, tenendolo in prigione per quasi un mese. L’uomo è stato anche picchiato, e una guardia e due agenti gli hanno inferto scosse elettriche.
Queste rivelazioni di gravi abusi dei diritti umani commessi da guardaparco addestrati e finanziati dal WWF, arrivano appena dopo la recente inchiesta di Buzzfeed che ha denunciato come l’organizzazione finanzi guardaparco che uccidono e torturano esseri umani.
Il coinvolgimento e la collusione con il bracconaggio da parte di chi dovrebbe proteggere la fauna selvatica è comune. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2016 ha confermato che funzionari corrotti sono al centro dei crimini contro la fauna selvatica in molte parti del mondo, a differenza dei popoli indigeni che cacciano per nutrire le loro famiglie.
“Sapere di guardaparco che fanno bracconaggio e violano i diritti umani non sorprenderà quegli ambientalisti che denunciano da anni la ‘conservazione fortezza’. I guardaparco corrotti sono spesso collusi con i bracconieri, mentre i popoli indigeni – i migliori conservazionisti – sopportano il peso degli abusi della conservazione” ha dichiarato Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International.
